«La paura più grande? Che Norcia possa morire». Dopo il sisma del 2016, tutto è cambiato e il borgo umbro non è più stato lo stesso. Sono stati fatti grandi passi avanti, ma ci sono strappi ancora da ricostruire: quella del nuovo polo scolastico, che dopo più di 7 anni non è ancora stato inaugurato. Molti degli studenti, 900 ai tempi del terremoto, oggi vivono lontano da Norcia.
Una ferita aperta – La facciata della vecchia scuola di Norcia venne sventrata da una delle scosse più forti. Da allora una continua lotta per continuare le attività: prima i container, poi i prefabbricati e infine il Covid. «L’assenza di una vera e propria scuola è una ferita che si deve ancora rimarginare e chissà come potrà guarire». A lanciare l’allarme è Lorenzo Delle Grotti, tra i fondatori del Comitato rinascita Norcia da tempo impegnato sul fronte della scuola: «Molti ragazzi sembrano essere disinteressati alla ricostruzione, perché la maggior parte di loro immagina un futuro lontano da Norcia». Già dopo il terremoto, in tanti avevano deciso di andarsene, molti in zone limitrofe come quella di Spoleto o nel resto della Regione. La paura più grande è quella dello spopolamento. Se i giovani se ne vanno, il paese non può vivere.
Il progetto – Il nuovo istituto comprensivo di Norcia sorgerà dove si trovavano la vecchia scuola elementare e le palestre. Oltre alle aule, lo spazio sarà dedicato allo sport, con palestre e campi che non saranno solo ad uso e beneficio degli studenti, ma di tutta la comunità nursina. I lavori saranno realizzati con un investimento di 25 milioni di euro. All’inizio di quest’anno, altri 1.627.000 euro sono stati destinati per la costruzione di una copertura del campo polivalente attualmente esistente, così che possa fungere da centro polifunzionale.
Senza una “vera scuola” – «Ci sono studenti che ora fanno le superiori e che l’ultima volta che hanno avuto un’aula in un vero e proprio polo scolastico erano solo bambini delle elementari. C’è chi si è diplomato nei prefabbricati, chi ha studiato qui a Norcia ma forse sarà già laureato quando si vedrà il nuovo polo scolastico» osserva ancora Delle Grotti. Terremoto, covid, didattica a distanza: si tratta di una generazione di studenti che si sta allontanando sempre di più dai luoghi della scuola. «Se si continua così, Norcia rischia di morire».