Già dai tempi dell’antica Grecia la moneta era sorretta dalle banche: i templi accumulavano le donazioni ricevute dai cittadini e offrivano prestiti su interesse. Da allora il sistema è rimasto, nei millenni, sostanzialmente lo stesso. Nel 2009, però, nasce una moneta del tutto particolare, che sopravvive benissimo senza una banca e anzi, grazie a questo, ha sempre più successo: la criptovaluta. Elogiata e promossa dai “guru” dei social come il futuro dell’investimento, negli ultimi anni è stata spesso protagonista delle cronache per l’uso che se ne fa nelle frodi, anche quando si tratta di risparmiatori esperti. «Gli investimenti nelle criptovalute non sono sempre truffe» – chiarisce il Professor Stefano Bistarelli, ordinario di Informatica presso l’Università di Perugia – «ma bisogna tenere a mente che sono molto rischiosi».
Una moneta senza regole – Le criptovalute, di cui la più famosa è il Bitcoin, sono nate per non essere controllate. Infatti, non vengono emesse da una banca centrale e generalmente non sono regolamentate. Secondo la Banca d’Italia «le valute virtuali non hanno corso legale, ma possono essere utilizzate per acquistare beni o servizi solo se il venditore è disponibile ad accettarle». Alla base di questa tecnologia c’è un sistema digitale di doppie chiavi, una pubblica e una privata. Con quella pubblica si ricevono i bitcoin, mentre con quella privata si trasferiscono ad altri. «Le chiavi garantiscono una certa sicurezza, perché solo chi conosce la chiave privata di quel bitcoin lo può spendere» spiega il professor Bistarelli. Questo sistema rende gli scambi anonimi, seppur non completamente: «è vero che non c’è una fase in cui si associa l’identità di una persona alla chiave pubblica (come succede con la firma digitale classica), ma tutte le transazioni vengono indicate in un registro, chiamato blockchain, da cui è possibile risalire a chi le ha fatte. Quindi sono visibili: da qui la dicitura di transazioni pseudoanonime».
L’aumento delle truffe – Nel corso della prima metà del 2024 la Polizia postale ha condotto l’operazione Action Day, con cui ha portato alla luce vari tipi di truffe online, in crescita in tutta Italia. L’Umbria ha visto un aumento di casi investigati del 50%. Oltre a chi – specialmente sui social – promette guadagni facili in poco tempo (secondo il famoso “schema Ponzi”) bisogna prestare attenzione alla scelta delle piattaforme di scambio, o exchange: «Per entrare nel mercato occorre trasformare la valuta classica in criptovaluta» – spiega il professor Bistarelli – «per farlo, si acquistano delle criptovalute appoggiandosi a questi servizi di exchange, ma non sempre sono affidabili». I soldi versati, a volte, svaniscono nel nulla. Le truffe online non servono solo a “rubare” alle persone, ma vanno a costituire un’economia sommersa. Convertendo bitcoin in valuta reale, le organizzazioni criminali ripuliscono e reinvestono il denaro che deriva dalle loro attività illecite, in modo che non sia più rintracciabile. Si tratta di un giro di affari che, secondo l’ultimo report di Chainanalysis, società di analisi di criptovalute, si stima raggiungerà nel 2025 i 41 miliardi di dollari, a livello mondiale.
I consigli degli esperti – Per proteggersi dalle truffe, i suggerimenti della Polizia postale sono di non cliccare sui link in email o messaggi, collegandosi invece ai siti ufficiali degli operatori, e di diffidare di annunci che prospettano acquisti estremamente convenienti. Per riconoscere i servizi di exchange affidabili, il professor Bistarelli consiglia di orientarsi verso quelli con le informazioni più trasparenti, possibilmente situati in territorio europeo. La Consob ha messo a disposizione sul suo sito un elenco delle attività di investimento autorizzate in Italia e nell’UE, in cui indica se le imprese sono a rischio di liquidità o se hanno ricevuto condanne. Secondo il consulente finanziario Francesco Vittori le criptovalute sono semplicemente uno dei tanti strumenti finanziari esistenti, e quindi non dovrebbero essere ripudiate, ma studiate e comprese. «Credo che ci siano molti falsi miti legati alle criptovalute» – spiega – «si dice che siano usate solo per illeciti, ma anche i contanti possono essere usati per scopi illegali». Per capire come muoversi con questo genere di investimenti, il consiglio di Vittori è di abbandonare la “finanza fai da te” e di affidarsi a una persona competente: «Noi esperti capiamo subito quando c’è una fregatura».