Ordinare cibo sulle piattaforme di consegna a domicilio è diventata, ormai, un’abitudine consolidata per la maggior parte di noi. Per allietare una giornata pesante, per trascorrere una serata in compagnia o, semplicemente, per pigrizia, le occasioni per ricorrere al food delivery sono sempre di più. Servizi come JustEat, Glovo o Deliveroo, con qualche click e pochi euro di commissioni offrono rapidità nelle consegne, garantendo la comodità di poter aspettare il pasto dove si vuole.
La storia delle app di consegna – Sebbene nel giro di pochi anni l’Italia abbia accolto sempre più piattaforme (JustEat ha fatto da apripista nel 2011, seguita, poi, da Glovo, Foodora e Deliveroo arrivate nel 2015), inizialmente questi servizi hanno faticato a diffondersi. Nel 2023, secondo il rapporto FIPE, hanno mosso un mercato che ha raggiunto il miliardo e 600mila euro. La svolta è arrivata con la pandemia del 2020, quando i momenti di socialità erano limitati e i ristoranti non avevano clienti ai tavoli. Questi due fattori hanno portato a un aumento esponenziale degli utenti, che hanno poi mantenuto l’abitudine di ordinare cibo a domicilio anche una volta tolte le restrizioni. Questo ha obbligato anche i ristoratori ad adeguarsi per rispondere alla forte domanda di consegne. Quella che doveva essere una soluzione temporanea è spesso diventata un’opzione aggiunta per i propri frequentatori.

Perché no – Ma c’è anche chi, ottenuto il via libera per rialzare definitivamente le serrande, ha deciso di togliere il servizio di consegne. Come la Locanda del Bartoccio, storico locale del centro di Perugia che propone cucina umbra tradizionale. Durante il Covid si è trovata costretta a offrire il servizio di consegna a domicilio, non potendo aprire al pubblico. Al ristorante, però, si sono accorti che, oltre alle poche richieste, le pietanze non si conservavano correttamente fino a destinazione. Di conseguenza, hanno deciso di integrare nel proprio menù le pizze, cibo che meglio si addice al delivery, per poi toglierle a fine emergenza. Alla Trattoria Oberdan, a pochi passi dalla Locanda del Bartoccio, invece, non hanno mai considerato questa possibilità: «Il nostro tipo di cucina non si presta per l’asporto perché prevede piatti da consumare appena pronti», spiega lo chef Fausto Fabbi: «Siamo attrezzati per l’asporto degli avanzi dei clienti attenti agli sprechi alimentari ma non abbiamo intenzione di fare delivery».
Perché sì – Se la cucina tradizionale italiana poco si presta ai servizi di consegne, piatti come pizze, hamburger e panini, invece, sono più adatti. «Noi ci avvaliamo della piattaforma Deliveroo perché non abbiamo la possibilità di fare consegne in autonomia», racconta un dipendente di Capatoast, ristorante fast food di Perugia centro. «La presenza su questi siti ci permette di avere alti guadagni perché riusciamo a raggiungere un buon bacino di utenza anche quando c’è poco movimento. Per esempio, quando piove le persone escono poco e gli ordini a domicilio aumentano».

Chi fa al contrario – La cosa più comune sembra essere che un ristorante consolidato aggiunga l’opzione di consegnare a casa, ma ci sono anche realtà che fanno il percorso inverso, cominciando con pochi coperti e puntando sul delivery per poi cambiare rotta. Come la Pinseria hamburgeria Torre degli Sciri. I proprietari, Davide Anderlini e la moglie Rosaria Yabar, però, hanno fatto qualcosa in più: oltre ad aver puntato sul successo del settore, hanno gettato le basi del proprio ristorante su un servizio di consegne gestito in autonomia. «Noi abbiamo aperto il locale nel 2017 con l’intenzione di fare take away e consegne con la mia vecchia 500 rossa – dice Davide raccontando la genesi del ristorante – avevamo quattro posti a sedere, ma alla base della nostra decisione c’era uno studio che prevedeva un crescendo del mercato del food delivery che avrebbe permesso un’espansione del locale». Otto anni dopo, guardando i 90 coperti e le due auto con cui ogni giorno consegnano pinse e hamburger, Davide e Rosaria raccolgono i frutti di una scommessa che si è rivelata vincente.