I meme di Montegrillo: da semplice marketing a fenomeno culturale

Dal topolino che balla con un dipendente al pollo social: ecco come l'umorismo digitale diventa un potente strumento per le campagne di un supermercato perugino
Michele Valigi della società Socialbag: “Bisogna affidare la comunicazione ai giovani: il segreto è parlare lo stesso linguaggio della community a cui ci si rivolge”

Quante volte ti è capitato di fare scrolling su Instagram ed essere catturato da un meme? Quante volte questo ti ha strappato una risata? E quante volte hai detto, o hai sentito dire, “facciamolo per il meme”? Forse non a tutti suona così familiare, ma ai più giovani sicuramente sì. Sono proprio loro, infatti, «le persone giuste a cui affidare la diffusione di questo potente strumento», dice Michele Valigi, 24 anni, collaboratore della società di comunicazione e marketing Socialbag. E aggiunge: «Se non se ne abusa, i meme possono essere un’arma veramente vincente».

UNA NUOVA ARMA – Oggi, d’altronde, sfuggire alle logiche social è diventato quasi impossibile. Immediatezza: questa è la parola chiave e questo è quello che cercano gli utenti. Soprattutto, questo è quello che offrono i meme, una delle forme di comunicazione più popolari e influenti nel panorama digitale odierno e non solo. Negli ultimi anni, si stanno trasformando in uno strumento di marketing di grande successo, grazie alla loro spontaneità ed ironia.

IL CASO MONTEGRILLO – Per quanto apparentemente semplice, però, il mondo dei meme è in realtà molto complesso. Scegliere una bella immagine e affiancarla ad una frase divertente, di certo, non basta. Ne è la prova il lavoro per il “Conad Montegrillo” che, da poco meno di un anno, ha deciso di fare dell’umorismo digitale il core business della propria strategia comunicativa. Un’iniziativa azzardata che si è rivelata vincente: più di 13 mila followers in pochi mesi. Ma come? «Come prima cosa abbiamo deciso di suddividere la comunicazione tra i nostri due canali principali, Facebook e Instagram, sulla base del target», spiega Michele. Conoscere a fondo il mondo in cui si opera, quindi, è il punto di partenza per una comunicazione efficace. È proprio su questo che i ragazzi di Socialbag, entrambi ventenni, pongono grande attenzione, sottolineando come uno uno dei motivi del successo del progetto sia l’affinità tra la loro mentalità e quella della community a cui si rivolgono. «Fin da subito i clienti hanno risposto molto bene ai nostri contenuti perché, per la prima volta, hanno visto persone giovani che parlano il loro stesso linguaggio».

UNA BUONA STRATEGIA – Un topolino che balla insieme ad un dipendente è uno dei video cult del profilo, come dimostrano anche i numeri: quasi 55 mila visualizzazioni. Due elementi chiave del successo di prodotti come questo sono la
spontaneità, come quella del dipendente che si è prestato al balletto, e la rielaborazione di un contenuto già popolare nei social come il topolino che balla. «Partecipare ai trend non è sufficiente – ci spiega Michele – bisogna prendere gli elementi creati dalla community, che siano audio, video o immagini, e riadattarli secondo le proprie esigenze comunicative, il proprio stile e il proprio pubblico di riferimento». Ultimo ingrediente, ma non meno importante: l’ironia. Strappare un sorriso alle persone è uno dei modi migliori per far rimanere impresso un contenuto. Come dimenticarsi, ad esempio, di un pollo con gli occhiali da sole che si muove a ritmo di musica dubstep per promuovere un’offerta sui petti di pollo?

LA BRAND AWARENESS – Le linee guida per diventare ottimi creatori di meme sono chiare, ma quale è l’obiettivo? «Secondo l’approccio che stiamo tenendo, lo scopo principale non è tanto quello di vendere i prodotti, quanto di aumentare la brand awareness e far girare quanto più possibile il marchio». Come dimostra il caso del Conad Montegrillo, i meme sono diventati un vero e proprio fenomeno culturale in grado di trasformare un semplice supermercato in un influencer della comunicazione. L’importante non è saper vendere: per fare il salto di qualità bisogna saper memare.

Autore

Claudia Ferrari

Sono una ragazza di 23 anni proveniente da Bergamo, laureata in Scienze linguistiche per le relazioni internazionali presso l'università Cattolica di Milano. Sono appassionata di giornalismo, in particolare di quello sportivo. Questo, infatti, è il mondo che vorrei trasformare nel mio lavoro. Mi piace parlare e stare in contatto con le persone.