Nell’ultimo periodo l’Umbria ha assistito a un incremento significativo nella domanda di Ozempic, un farmaco a base di semaglutide nato per il trattamento del diabete di tipo 2 e ormai sempre più utilizzato per finalità estetiche, legate alla perdita di peso. Il fenomeno, alimentato da celebrità e social media come TikTok, ha messo a dura prova la disponibilità del medicinale, con conseguenze dirette sui pazienti cronici che ne hanno realmente bisogno. Prima non era autorizzato per il dimagrimento, ma nonostante questo era già richiestissimo per questo scopo. «Abbiamo vissuto mesi difficili in cui era introvabile – racconta Alessandro Betti, farmacista e consigliere di Federfarma Umbria – abbiamo sempre scoraggiato l’uso non autorizzato, e senza una prescrizione adeguata non lo consegnavamo. L’impiego per il dimagrimento, pur se diffuso, non era coperto dall’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC)».
Le conseguenze del boom – Il principio attivo, la semaglutide, ha effetti sul controllo dell’appetito, motivo per cui è stato in seguito autorizzato, in un dosaggio diverso, anche per il trattamento dell’obesità con il nome commerciale Wegovy. «L’apparente discrasia tra dimagrimento e controllo del diabete è stata superata dall’azienda produttrice, la Novo Nordisk – spiega Betti –. Ora Wegovy ha una sua autorizzazione per la perdita di peso, ma ciò non ha eliminato del tutto l’uso improprio dell’Ozempic». Durante il periodo critico, molti pazienti diabetici sono rimasti senza terapia: «Sono state situazioni imbarazzanti – sottolinea – perché quando c’è carenza di farmaci, soprattutto per accaparramento legato ad altri scopi, chi ne ha davvero bisogno ne resta penalizzato. Questo vale anche per altri farmaci, non è un caso isolato».
Ozempic per dimagrire – L’utilizzo off-label – cioè per scopi diversi da quelli previsti dalla scheda tecnica del farmaco – richiede una particolare cautela. «Il medico può prescrivere un farmaco per un uso non convenzionale, ma deve informare il paziente e ottenere il consenso informato. Anche per questo i medici di base spesso evitano di farlo: è un ginepraio».
Il mercato nero – Alessandro Betti evidenzia anche un altro rischio crescente: la proliferazione di mercati paralleli. «Come accade già da tempo con farmaci per la disfunzione erettile o con certi integratori, anche per i dimagranti c’è un mercato parallelo online pericolosissimo. Non c’è nessuna garanzia su cosa ci sia dentro. Anche nella filiera legale possono emergere criticità, figuriamoci in quella illegale».
Facce da Ozempic – Sotto i riflettori anche l’aspetto socioculturale della questione. «Il culto della forma fisica colpisce soprattutto le fasce giovani, trentenni e quarantenni – spiega –. Spesso sono persone che non ne hanno un reale bisogno clinico. E si vedono anche gli effetti indesiderati, come la cosiddetta ‘faccia da Ozempic’, che scava visibilmente i tratti del volto».
Un farmaco nuovo – Un altro elemento critico è rappresentato dalla limitata esperienza clinica su questi farmaci, ancora relativamente nuovi. «Il semaglutide ha ottenuto grandi risultati e sembra sicuro, ma ha una storia recente. Anche il medico stesso acquisisce esperienza nel tempo, ascoltando i feedback dei pazienti. Con farmaci appena usciti, il margine d’incertezza resta». Per concludere, Betti lancia un appello alla responsabilità condivisa: «La farmacovigilanza è efficace solo se si rispettano le indicazioni ufficiali. Usare farmaci per scopi diversi rende difficile anche monitorare gli effetti collaterali. Servono consapevolezza, correttezza prescrittiva e rispetto delle regole: la salute pubblica passa anche da qui».