Il cuore verde d’Italia ospita tra la sua natura un grande numero di animali selvatici. Dal lupo alla civetta, passando per il tasso, queste specie convivono con l’uomo, incontrando spesso delle difficoltà. In Umbria però c’è una squadra di esperti che si occupa di soccorrerli e tutelarli: è Wildumbria. Questo gruppo di moderni San Francesco salva circa 1600 animali all’anno, grazie anche al contributo dei cittadini.
Wild Umbria – L’associazione Wildumbria nasce nel 2015 da un gruppo di giovani con una vasta esperienza professionale in zoologia e medicina veterinaria, con lo scopo di impegnarsi per la conservazione della fauna selvatica. Nel 2017 vince l’assegnazione del centro di recupero regionale a Pietralunga e nel 2024 si aggiudica un altro spazio a Spello. La squadra è composta dalla responsabile e zoologa Francesca Vercillo, dalla veterinaria e responsabile sanitaria Pilar de Ferrari e da due operatori, Federico Palazzetti e Carlo Albanese. Wildumbria è reperibile H24, sette giorni su sette, attraverso un numero per le emergenze a disposizione dei cittadini e attualmente gestito dalle volontarie del Servizio civile universale: +39 370 3199068.
Il recupero – Quando i cittadini o le forze dell’ordine segnalano un animale in difficoltà, i volontari dell’associazione – sparsi su tutto il territorio regionale – intervengono in due diverse modalità. «Nel caso di animali di grandi dimensioni i nostri due operatori partono con il furgone attrezzato. Per piccoli animali, invece, chiediamo al cittadino di raggiungerci oppure organizziamo una staffetta», spiega Vercillo. È essenziale individuare da subito il tipo di animale trovato e capire se ha necessità di un soccorso. «I piccoli degli uccelli quando imparano a volare scendono dal nido e stanno a terra: vanno lasciati lì anche se ci sono dei pericoli», continua la zoologa. «Una volta soccorso, l’animale va messo al caldo, e solo dopo nutrito. Per prima cosa viene portato all’ospedale veterinario di Perugia per essere visitato: se le ferite sono compatibili con un recupero arriva al nostro centro».
Come comportarsi – Approcciare un animale selvatico ferito o in condizione di pericolo non è facile, sono molti i rischi che si incontrano sia per lui che per l’uomo. Vercillo spiega come sia importante non farsi ingannare da quegli animali che sembrano più docili, come il tasso. «È molto carino esteticamente ma in realtà è molto aggressivo». Esiste poi una pericolosità nei confronti della fauna: «Accarezzarli non è consigliato, apparentemente si calmano, ma internamente stanno morendo di paura». Per sensibilizzare la popolazione al rapporto con gli animali, Wildumbria si impegna in una serie di iniziative di formazione. Attraverso scuole, enti parco, associazioni e i propri campi estivi questa realtà lavora sia per divulgare delle buone pratiche che per avere nuovi volontari, «per noi fondamentale», sottolinea Vercillo.
Il reinserimento in natura – Lo scopo ultimo di Wildumbria è il reinserimento dell’animale nel suo habitat naturale. «Gli esemplari adulti stanno da noi il minimo necessario, appena guariti vengono liberati. Per i piccoli dobbiamo aspettare che siano in grado di sostentarsi autonomamente – continua la zoologa – I più veloci sono rondini, rondoni e balestrucci, chi rimane più a lungo i cuccioli di capriolo, perché in natura restano con la mamma per tantissimo tempo». Una volta rimessi in libertà, alcuni animali vengono seguiti in questo percorso. Un lavoro costoso, ma anche necessario per la ricerca. «I lupi tendiamo a rimetterli in natura con un radiocollare, mentre i caprioli con una marca auricolare. Abbiamo poi molte fototrappole», conclude Vercillo divertita: «Alle volte capita che rivediamo gli animali paparazzati e questo ci fa molto piacere».